Ancora oggi, quando si legge un annuncio di lavoro, ci sono diversi dettagli sul ruolo richiesto, sulle competenze imprescindibili, ma anche su quelle desiderate, sulle principali mansioni ecc., ma spesso manca un elemento tutt’altro che irrilevante: la RAL, ossia retribuzione annua lorda. Dietro questo breve acronimo, si nasconde, infatti, una parte importante del rapporto di lavoro ossia la retribuzione annua lorda che verrà proposta a chi avrà tutte le caratteristiche richieste dall’azienda.
La RAL che viene comunicata in maniera chiara e trasparente è quindi molto di più di un dettaglio o di un “asso” nella manica da giocarsi magari dopo il primo colloquio conoscitivo. È, in realtà, una buona premessa perché un rapporto di lavoro si costruisca su basi solide; inoltre è importante far capire che, per l’azienda, la persona che si sta per assumere è davvero importante.
Inoltre, comunicare la RAL già nell’annuncio di lavoro significa contribuire alla riduzione del gender pay gap e quindi a migliorare l’employer branding.
Senza dimenticare, poi – anzi ricordando in particolare questo – che l’indicazione della RAL, dal momento in cui si comunica un posto vacante, è prevista per legge.
Cerchiamo di capire di più partendo dalla direttiva europea per analizzare quelle che sono le opportunità di un cambio di passo così importante.
RAL obbligatoria negli annunci di lavoro: da quando?
L’obbligo di indicare la RAL negli annunci di lavoro è previsto dalla direttiva UE 2023/970 sulla trasparenza retributiva, recepita anche in Italia. Dal 7 giugno 2026 quindi ogni annuncio dovrà riportare in modo chiaro il livello retributivo o il range salariale previsto per la posizione aperta. Per le aziende, significherà tantissime cose, tra cui il dover mettere a sistema le proprie politiche retributive, garantire coerenza interna ed esterna e soprattutto prepararsi a essere competitive anche su questo fronte.
Secondo l’Osservatorio HR Zucchetti 2025, solo il 27% delle aziende indica attualmente la RAL negli annunci di lavoro e un ulteriore 3% dichiara di avere intenzione di farlo a breve. Andando nel dettaglio delle imprese, sono le PMI a rispondere più positivamente rispetto alle grandi (entrambe al 29% contro il 23%), un dato che potrebbe essere influenzato dal ricorso più frequente alle Agenzie per il Lavoro e dalla necessità di attrarre candidati con condizioni chiare e competitive.
Il dato evidenzia un generale ritardo nell’adeguamento alla normativa e riflette una certa diffidenza, soprattutto da parte delle grandi imprese. Eppure il 2026 è dietro l’angolo.
Se molti professionisti HR stanno iniziando ad aggiornare le proprie policy, è anche vero che la normativa solleva diverse domande pratiche: come comunicare la RAL senza perdere appeal? Quale livello di dettaglio è necessario? E soprattutto: come armonizzare le informazioni retributive con le strategie di selezione, in un mercato del lavoro sempre più competitivo?
Il timore principale è quello di “esporsi” troppo, rendendo trasparenti le proprie logiche retributive a competitor e candidati.
I vantaggi di comunicare la RAL negli annunci di lavoro
Comunicare la RAL in modo trasparente può offrire vantaggi concreti nel processo di selezione: riduce i CV non in target, migliora i matching e accorcia i tempi di recruiting. La RAL negli annunci di lavoro consente di attrarre solo candidati realmente motivati, riducendo anche il tasso di turnover aziendale.
Quante volte capita di essere sommersi da CV di persone che non sono affatto in linea e che si candidano senza una motivazione precisa?
L’indicazione della Retribuzione Annua Lorda potrebbe essere un deterrente per chi, ancora prima di aver sostenuto il colloquio, non è sicuro che l’azienda sia quella ideale dove lavorare oppure per chi non ha le caratteristiche adatte per il ruolo vacante o ha aspettative diverse.
Questo garantirebbe migliori matching in fase di selezione, farebbe ridurre i tempi in fase di recruiting evitando colloqui con persone che non accetterebbero comunque l’offerta. Inoltre, a tendere, comporterebbe la riduzione del turnover aziendale.
Come comunicare la RAL negli annunci di lavoro
Inserire la RAL in un annuncio di lavoro è dunque un esercizio di comunicazione strategica. Il modo in cui viene presentata la retribuzione può rafforzare o indebolire la percezione del ruolo, dell’azienda e dell’offerta complessiva.
Una buona pratica consiste nell’indicare un range salariale realistico, specificando che l’offerta può variare in base all’esperienza o alle competenze.
Frasi come “RAL indicativa tra 28.000 e 32.000 euro, con possibilità di crescita in base all’esperienza” possono aiutare a posizionare correttamente il ruolo e mostrano apertura. Inoltre, è utile integrare la RAL con informazioni su benefit, welfare aziendale, percorsi di sviluppo e formazione: in questo modo l’offerta retributiva viene inquadrata in un pacchetto più ampio e competitivo.
È altrettanto importante che chi si occupa di recruiting riceva la formazione adatta per gestire con coerenza la comunicazione salariale in tutte le fasi del processo di selezione, dall’annuncio ai colloqui: La trasparenza non significa pertanto rigidità, ma coerenza e credibilità.
Costo del lavoro e sgravi fiscali
Parlare di RAL significa anche (e soprattutto) avere consapevolezza del costo del lavoro. Ogni nuova assunzione ha un impatto diretto sul budget aziendale, ma spesso non si considera che esistono leve che permettono di ottimizzare questo costo, senza rinunciare alla qualità.
In Italia esistono numerosi incentivi nazionali, regionali e locali che favoriscono l’assunzione di determinate categorie di lavoratori: giovani under 36, donne disoccupate da almeno 6 mesi, over 50, persone con disabilità, percettori di Reddito di Cittadinanza (ora SFL, Supporto per la Formazione e Lavoro), NEET, beneficiari di ammortizzatori sociali e altri ancora. Accedere a questi sgravi può fare la differenza, in alcuni casi azzerando o riducendo fino al 100% i contributi previdenziali per un certo periodo di tempo.
Certo, la normativa è spesso complessa, frammentata e soggetta a continui aggiornamenti. Per questo è fondamentale poter contare su strumenti capaci di semplificare la ricerca e la gestione degli incentivi, aiutando le aziende a cogliere ogni opportunità.
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