Nel mondo sempre più digitalizzato, la protezione dei dati è diventata una priorità assoluta per ogni azienda, indipendentemente dalle dimensioni o dal settore.  

La sicurezza informatica non riguarda solo l’implementazione di procedure e tecnicismi complessi, ma richiede soprattutto consapevolezza, ovvero una cultura diffusa di attenzione e responsabilità da parte di tutti coloro che, ogni giorno, trattano dati personali in azienda.  

La semplice e intuitiva “regola delle 3P” – Phishing, Password e Patch – rappresenta un framework fondamentale, un punto di partenza essenziale, ma deve necessariamente essere integrata da una strategia di cybersecurity più ampia e dinamica. 

Prima “P” – Phishing: riconoscere, prevenire e contrastare le truffe online 

Il phishing, una delle minacce più comuni e pericolose per la sicurezza informatica aziendale, si presenta sotto diverse forme: e-mail ingannevoli, messaggi SMS fraudolenti (smishing), telefonate truffaldine (vishing) o siti web contraffatti.  

L’obiettivo rimane sempre lo stesso: carpire informazioni sensibili (password, dati personali, coordinate bancarie) fingendosi entità affidabili. 

Ecco le migliori strategie di cybersecurity che un’azienda può mettere in atto per proteggersi dal pishing: 

  • Formazione continua e personalizzata: non limitarsi a sessioni generiche, ma creare percorsi formativi mirati, basati sul ruolo e sulle responsabilità di ciascun dipendente, simulando scenari reali e utilizzando esempi concreti di phishing. 
  • Verifica multi-fattore delle fonti: incoraggiare i dipendenti a verificare l’autenticità delle comunicazioni non solo tramite i canali ufficiali, ma anche attraverso altri mezzi, come una telefonata di conferma o una verifica incrociata delle informazioni. 
  • Strumenti di sicurezza avanzati: implementare soluzioni di sicurezza stratificate, che combinino filtri anti-phishing, software di rilevamento delle minacce (EDR), firewall di nuova generazione e sistemi di analisi comportamentale. 
  • Politiche di “zero trust”: adottare un approccio “zero trust” alla sicurezza, in cui ogni utente e dispositivo viene considerato potenzialmente compromesso e deve essere verificato prima di ottenere l’accesso a risorse aziendali. 
  • Monitoraggio costante e analisi del rischio: utilizzare strumenti di monitoraggio della sicurezza (SIEM) per rilevare attività sospette e analizzare i rischi in tempo reale. 
  • Cultura del “non cliccare”: promuovere una cultura aziendale in cui il “non cliccare” su link o allegati sospetti sia la norma, non l’eccezione. 

Seconda “P” – Password: creare, gestire e proteggere le chiavi d’accesso 

Le password sono la prima, e spesso l’unica, barriera tra i dati e i criminali informatici. Password deboli, riutilizzate o gestite in modo inadeguato possono compromettere l’intera sicurezza aziendale. 

Come creare e gestire password sicure: 

  • Password complesse e uniche per ogni account: utilizzare password lunghe (almeno 12 caratteri), complesse (combinando maiuscole, minuscole, numeri e simboli) e diverse per ogni account. 
  • Frasi di accesso (passphrases): considerare l’utilizzo di frasi di accesso, più facili da ricordare ma altrettanto sicure, combinando parole casuali in una frase di senso compiuto. 
  • Autenticazione multi-fattore (MFA): implementare l’MFA per tutti gli account sensibili, aggiungendo un ulteriore livello di sicurezza (ad esempio, un codice inviato via SMS, un’impronta digitale o una chiave hardware). 
  • Password manager robusti: utilizzare password manager affidabili per generare, memorizzare e gestire le password in modo sicuro. Assicurarsi che il password manager stesso sia protetto da una password principale forte e dall’MFA. 
  • Politiche di password chiare e applicate: definire policy di password chiare e stringenti, che prevedano la lunghezza minima, la complessità, la frequenza di cambio e il divieto di riutilizzo. 
  • Formazione e sensibilizzazione sull’importanza delle password: spiegare ai dipendenti i rischi connessi all’utilizzo di password deboli e l’importanza di seguire le policy aziendali. 

Terza “P” – Patch: mantenere i sistemi aggiornati e protetti 

Le patch sono aggiornamenti software rilasciati dai fornitori per correggere vulnerabilità di sicurezza, migliorare le prestazioni e introdurre nuove funzionalità. Ignorare gli aggiornamenti espone i sistemi a rischi significativi, spesso sfruttati da attacchi informatici. 

Come gestire efficacemente le patch: 

  • Valutazione e priorizzazione delle patch: non tutte le patch sono uguali. Valutare la gravità delle vulnerabilità corrette da ciascuna patch e dare priorità a quelle che riguardano i sistemi più critici. 
  • Patching tempestivo: installare le patch il prima possibile dopo il rilascio, per ridurre al minimo il periodo di vulnerabilità. 
  • Automazione del processo di patching: utilizzare strumenti di gestione delle patch per automatizzare il processo di aggiornamento e garantire che tutti i sistemi siano sempre protetti. 
  • Test approfonditi prima dell’implementazione: testare le patch in un ambiente di staging prima di implementarle in produzione, per evitare problemi di compatibilità o interruzioni di servizio. 
  • Patching di terze parti: non dimenticare di aggiornare anche software e applicazioni di terze parti, che spesso rappresentano una superficie di attacco vulnerabile. 
  • Gestione delle vulnerabilità: implementare un processo di gestione delle vulnerabilità che preveda la scansione periodica dei sistemi, l’identificazione delle falle di sicurezza e la pianificazione delle attività di patching. 

Strategie di cybersecurity per aziende: oltre la regola delle 3P 

La “regola delle 3P” è efficace solo se integrata da una forte consapevolezza da parte di tutto il personale.  

La formazione continua, la comunicazione interna e il coinvolgimento attivo di tutti i dipendenti sono cruciali per costruire una solida cultura della sicurezza aziendale. 

Ecco alcuni step fondamentali per promuovere la consapevolezza e garantire la cyber security in azienda 

  • Formazione interattiva e coinvolgente: utilizzare metodologie di formazione innovative, come gamification, simulazioni di attacchi e corsi online interattivi, per rendere l’apprendimento più efficace e coinvolgente. 
  • Comunicazione costante e multicanale: diffondere regolarmente informazioni e aggiornamenti sulla sicurezza attraverso newsletter, intranet, e-mail, social media aziendali, affissioni e incontri periodici. 
  • Cultura della sicurezza come valore aziendale: integrare la cultura della sicurezza nei valori aziendali e promuoverla a tutti i livelli dell’organizzazione, dalla leadership ai singoli dipendenti. 
  • Politiche di sicurezza chiare e accessibili: definire policy di sicurezza chiare, concise e accessibili a tutti i dipendenti, con indicazioni precise sui comportamenti da seguire in diverse situazioni. 
  • Incident reporting semplice e incentivato: implementare un sistema di segnalazione degli incidenti di sicurezza semplice e intuitivo, incoraggiando i dipendenti a segnalare qualsiasi anomalia o comportamento sospetto. 
  • Riconoscimento e premiazione dei comportamenti virtuosi: premiare i dipendenti che dimostrano un forte impegno per la sicurezza informatica, per incentivare la partecipazione e promuovere una cultura positiva. 
  • Valutazione periodica dell’efficacia delle misure di sicurezza: condurre audit periodici e penetration test per valutare l’efficacia delle misure di sicurezza implementate e identificare eventuali aree di miglioramento. 

La sicurezza informatica è un processo dinamico e in continua evoluzione. Investire nella “regola delle 3P”, potenziata nella consapevolezza aziendale e in una strategia di cybersecurity completa, non è solo un obbligo normativo, ma una strategia vincente per proteggere il business, i dati, la privacy e la reputazione dell’azienda nel lungo termine: la collaborazione di tutti è essenziale per costruire un ambiente digitale sicuro e resiliente. 

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