Oggi la sostenibilità riguarda da vicino anche le PMI, chiamate a misurare e comunicare il proprio impatto ESG in modo trasparente. Con il recente rinvio deciso dall’UE, le PMI quotate dovranno adeguarsi alla CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) non più dal 1° gennaio 2026, ma dal 1° gennaio 2028: di conseguenza, il primo bilancio di sostenibilità sarà pubblicato nel 2029. La direttiva europea introduce regole precise per la rendicontazione ESG (Environmental, Social, Governance), che anche le piccole e medie imprese quotate saranno tenute a rispettare.
Per le PMI non quotate, invece, è previsto un regime volontario semplificato (VSME): un modo per avvicinarsi alla sostenibilità senza obblighi stringenti, ma con benefici immediati.
ESRS light (LSME): standard semplificati per le PMI quotate
Il rinvio al 2028 non riduce l’urgenza, perché le imprese dovranno comunque adeguarsi agli stessi obblighi previsti dalla CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive).
Avviare da subito la raccolta dei dati e la definizione dei processi di sostenibilità conviene: le filiere chiedono già oggi informazioni ESG ai fornitori, la preparazione di un report di sostenibilità richiede tempo e organizzazione e anticipare permette di trasformare un adempimento futuro in un vantaggio competitivo.
Dal 2028 le PMI quotate saranno infatti obbligate a raccogliere e comunicare dati ESG su ambiente (consumi, emissioni, rifiuti), società (lavoratori, comunità locali) e governance (trasparenza, etica aziendale), a redigere un report di sostenibilità da affiancare al bilancio d’esercizio e a seguire gli standard ESRS (European Sustainability Reporting Standards).
Per semplificare il percorso verranno utilizzati gli ESRS “light” (LSME), una versione ridotta con meno indicatori e requisiti più proporzionati, che consente alle imprese di comunicare i propri dati ESG in modo credibile e comparabile senza affrontare da subito la complessità prevista per le grandi aziende.
Direttiva CSRD e PMI non quotate: il VSME
Le PMI non quotate non hanno obblighi di legge in materia di rendicontazione, ma avviare un percorso ESG porta vantaggi immediati: rafforza la reputazione, migliora l’efficienza interna e apre l’accesso a nuove commesse in filiere sempre più attente ai criteri green.
Per muovere i primi passi in maniera strutturata, le PMI possono adottare il VSME (Voluntary SME Standard), uno standard modulare e semplificato che consente di avvicinarsi gradualmente alla rendicontazione ESG. Prevede due livelli: uno base, focalizzato su pochi indicatori chiave, e uno più completo, pensato per le aziende che vogliono spingersi oltre. Questo approccio permette di partire in modo leggero, acquisire familiarità con i dati ESG e crescere passo dopo passo, senza stravolgere i processi interni.
Non si tratta solo di un esercizio di trasparenza: adottare il VSME significa ridurre sprechi, migliorare la gestione aziendale, rafforzare la reputazione e rendersi più competitivi in mercati che guardano sempre più ai criteri ESG. Inoltre, consente alle PMI di rispondere in modo strutturato alle richieste provenienti da clienti, banche e partner di filiera già soggetti alla CSRD. Ed è proprio in questa fase che emerge un tema cruciale: come gestire in maniera efficiente i dati raccolti e trasformarli in report affidabili, andando oltre soluzioni di fortuna come i fogli Excel.
Perché digitalizzare la rendicontazione ESG
Gestire la sostenibilità con fogli Excel può funzionare all’inizio, ma i limiti emergono presto: dati dispersi, errori, aggiornamenti difficili. Per rendere la sostenibilità un processo affidabile e continuo, è utile adottare strumenti tecnologici dedicati. Un software pensato per le PMI consente di:
- automatizzare la raccolta dei dati, riducendo errori e tempi,
- centralizzare tutte le informazioni ESG in un unico sistema,
- generare report conformi a CSRD o VSME,
- monitorare i progressi in tempo reale, con indicatori sempre aggiornati.
E soprattutto, non servono grandi investimenti: oggi esistono soluzioni pensate per le PMI, con costi contenuti e scalabili in base alle esigenze. La sostenibilità diventa così non solo accessibile, ma anche gestibile e conveniente.
Come creare un report ESG: 3 step per iniziare
Il percorso verso la sostenibilità può sembrare complesso, ma si può affrontare passo dopo passo:
- Partire dai dati disponibili: consumi energetici, gestione dei rifiuti, personale e processi.
- Usare da subito strumenti digitali: una piattaforma dedicata aiuta anche nelle fasi iniziali, guidando la creazione di un primo report ESG chiaro e leggibile.
- Crescere con le esigenze: man mano che aumentano i dati o subentrano obblighi normativi, la stessa piattaforma consente di ampliare la rendicontazione e automatizzare i processi, senza dover ricominciare da zero.
In questo modo, la sostenibilità diventa un percorso semplice, progressivo e sostenibile anche nei costi: si parte subito in modo pratico e si è pronti a crescere senza stravolgere i processi interni.
FAQ su CSRD e PMI
Quali PMI sono soggette all’obbligo CSRD?
Le PMI quotate nei mercati regolamentati. Le altre non hanno obblighi, ma possono aderire al regime volontario VSME. Conviene però partire subito: clienti e banche chiedono già dati ESG, servono serie storiche per i bilanci 2029 e i processi richiedono tempo per essere rodati. Inoltre, le PMI quotate utilizzeranno gli ESRS “light” (LSME), standard semplificati con meno indicatori, che rendono più facile avvicinarsi alla rendicontazione.
Cos’è VSME?
È uno standard semplificato di rendicontazione ESG che consente alle PMI non quotate di avvicinarsi gradualmente alla sostenibilità.
Quali sono i vantaggi della rendicontazione ESG per le PMI non obbligate?
Oltre a migliorare la reputazione, consente di accedere a bandi, finanziamenti agevolati e nuove opportunità nelle filiere green.
Prepararsi oggi significa arrivare al 2028 con processi ESG solidi, dati affidabili e una gestione sostenibile già collaudata. Le soluzioni digitali dedicate alle PMI rendono questo percorso più semplice e graduale, trasformando la sostenibilità da obbligo normativo a leva strategica per competere e crescere.
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