L’emergenza sanitaria scatenata dal Covid-19 ha avuto e continuerà ad avere delle importanti ripercussioni sulla gestione della sicurezza sul lavoro.

In un primo tempo, come è noto, i datori di lavoro sono stati invitati ad adottare lo smart working e a incentivare i dipendenti a fruire di ferie e di permessi, in modo da interrompere l’attività delle aree non indispensabili e non strategiche.

In un secondo momento, al diminuire dei contagi, sono stati invece formulati dei protocolli specifici per garantire la salute dei lavoratori in qualsiasi luogo si svolga l’attività lavorativa. Se dapprima le misure precauzionali sono state introdotte come raccomandazioni, i successivi passi effettuati da parte del Governo hanno trasformato questi protocolli in norme cogenti, fino ad arrivare – con l’articolo 42 del Decreto Cura Italia – all’equiparazione del contagio con l’infortunio sul lavoro.

Questa associazione, come è noto, è state fortemente contestata, portando l’Inail a precisare che «le patologie infettive sono da sempre inquadrate come infortunio sul lavoro». Il ministro del lavoro Nunzia Catalfo, da parte sua, ha sottolineato che «il mero riconoscimento dell’infortunio sul lavoro non agevola in alcun modo l’accertamento della responsabilità del datore di lavoro, né crea una presunzione in tal senso».

Eppure le norme in vigore sono chiare: una mancata adozione totale delle misure anti-contagio espongono il Datore di Lavoro sul fronte penale, con possibili accuse di lesioni personali e di omicidio per colpa grave. I datori di lavoro sono quindi chiamati da una parte a fare tutto il possibile per gestire al meglio la sicurezza sul lavoro, e dall’altra a poter dimostrare in modo efficace – e veloce – di aver adottato tutte le misure necessarie per impedire il contagio. Approfondiamo più nel dettaglio questo punto.

Gestione della sicurezza sul lavoro

Cosa succede all’azienda in caso di contagio?

Cosa succede nell’eventualità di contagio all’interno dell’azienda, anche di un solo collaboratore? Basta un solo caso per avviare una serie di indagini relative al luogo e al datore di lavoro, le quali causeranno inevitabilmente il blocco o come minimo il rallentamento della produzione, con ovvi conseguenti danni economici e d’immagine.

Il datore di lavoro, in questo passaggio, deve assicurarsi di essere in grado di poter dimostrare d’aver rispettato in pieno le misure anti-contagio, partendo dal presupposto che le omissioni rappresentano una presunzione – seppur non assoluta – di colpevolezza. Di fatto, il datore di lavoro che non può dimostrare di aver adottato tutte le misure necessarie, è già di per sé considerato responsabile dalla Corte di Cassazione.

È quindi nell’interesse del titolare dell’azienda poter presentare tutte le prove del caso, e poterlo fare in tempi rapidi, per riprendere velocemente l’attività produttiva a pieno regime, riducendo o escludendo del tutto le possibilità di incorrere in sequestri preventivi o probatori (previsti in questi casi dagli articoli 321 e 253 del Codice di procedura penale).

Come evitare l’avvio di procedure penali, il blocco della produzione, il sequestro degli immobili e il potenziale danno d’immagine, premettendo che tutto questo può accadere anche nel caso di un datore di lavoro virtuoso, che ha messo in pratica tutti i protocolli necessari?

La soluzione: Infinity Audit

Il datore di lavoro che, dopo aver investito nell’ottimizzazione della sicurezza del lavoro, desidera evitare di incappare nella paralisi della propria attività, deve poter contare su un sistema in grado di dimostrare nell’immediato, in modo conforme, completo e adeguato, che tutte le misure sono state adottate.

È quindi necessario dotarsi di una serie di soluzioni tecniche che dimostrino l’adozione delle linee guida, la loro applicazione corretta e il controllo continuo del tempo in quest’ultima, il tutto prima che l’azienda possa essere bloccata per controlli e sequestri.

I due alleati tecnologici perfetti del datore di lavoro in questa situazione peculiare sono quindi Safety solution e Infinity Audit, che permettono di governare, comunicare, condividere e controllare le misure di prevenzione e di protezione da mettere in campo per contrastare la diffusione del virus Covid-19 nei luoghi lavorativi.