Le statistiche riguardanti i morti sul lavoro 2018 sono sconcertanti: guardando al primo semestre dell’anno in corso, infatti, si contano in tutto 469 vittime. Un numero alto, che risulta ancora più drammatico se frazionato in gruppetti più piccoli. Si parla infatti di 78 morti sul lavoro ogni mese, e quindi di circa 20 vittime alla settimana.

L’Italia del 2018, insomma, vanta una tragica media di 2 morti sul lavoro al giorno. Le cifre provengono da uno studio dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega di Mestre, a partire dai dati Inail.

I morti sul lavoro di agosto 2018

Le statistiche relative al primo semestre, già di per sé dure da digerire, sono solo un preludio di quelli che saranno i numeri dei mesi successivi. Sì, perché durante il mese di agosto si sono contati 90 morti sul lavoro, di contro alle “solo” 50 vittime dell’agosto del 2017.

Certo, a pesare su questi dati ci sono dei fatti di cronaca eccezionali: da una parte il crollo del Ponte Morandi a Genova, e dall’altra i due incidenti stradali in Puglia che hanno portato alla morte di 16 lavoratori del caporalato. Non c’è però dubbio che le cifre complessive risultino per essere ben oltre il limite della sopportabilità, e a sottolinearlo sono tutti gli esperti del settore.

La crescita delle morti e degli incidenti sul lavoro: un problema culturale

Non c’è dubbio che i dati relativi alle vittime nel mondo del lavoro mostrano un peggioramento. A dimostrarlo è arrivato anche il secondo Rapporto Anmil sulla salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, che va oltre all’analisi semestrale sopra citata.

Tenendo sempre conto dei dati Inail, infatti, lo studio afferma che i morti sul lavoro dei primi 8 mesi del 2018 sono stati il 5% in più rispetto a quelli dello stesso periodo nel 2017. E questo aumento non sembra nascere dal nulla, se è vero che il tasso di irregolarità delle aziende ispezionate l’anno scorso è aumentato di circa 3,5 punti percentuali rispetto al 2016, portando il dato finale ad un allarmante 77,09%. Di fronte a questi numeri impetuosi, il presidente nazionale di Anmil, Franco Battoni, ha affermato che:

Anche dove le norme esistono, a mancare è l’effettività delle tutele. E allora non possiamo fare a meno di pensare che ci sia a monte un problema culturale.

E dire che, durante la crisi economica, le morti del lavoro erano andate via via diminuendo, per poi restare stazionarie nell’ultimo biennio: il 2018, invece, segna un grave passo indietro.

Cosa si può fare per evitare le morti sul lavoro?

Un grande aiuto può provenire dalla tecnologia: soluzioni integrate per la sicurezza sul lavoro capaci di supportare attivamente i responsabili della sicurezza non solo per l’identificazione dei rischi e per la redazione della documentazione obbligatoria prevista dal Decreto Legislativo 81/08, ma anche per l’adozione di strumenti innovativi capaci di prevenire le situazioni pericolose e di tutelare la sicurezza delle persone sul luogo di lavoro.

Si tratta di applicazioni ormai indispensabili per qualsiasi azienda, anche a tutela dell’imprenditore stesso, che ha la responsabilità penale in relazione al reato di lesioni grave colpose nei confronti di un dipendente.