I numeri lo confermano: il 2018 è stato un annus horribilis per quanto riguarda gli infortuni sul lavoro, in particolar modo guardando agli incidenti mortali. Con un 10% in più rispetto al 2017, l’anno scorso ha infatti presentato il conto di ben 1.133 morti sul lavoro.

Come sottolineato dall’INAIL, il mese peggiore dell’anno è stato quello di agosto, e il computo finale delle vittime è reso particolarmente gravoso per via di tanti incidenti ‘plurimi’, i quali hanno cioè portato alla morte di più lavoratori. Si parla dunque della tragedia del ponte Morandi di Genova e degli incidenti stradali avvenuti la scorsa estate sulle strade foggiane, i quali hanno portato rispettivamente a 15 e a 16 vittime.

Al di là degli incidenti mortali, va evidenziato l’aumento generale delle denunce di infortunio nel Nord-Ovest (+ 0,8%), nel Nord-Est (+1,7%) e nel Sud (+0,5%), laddove gli infortuni denunciati sono diminuiti nel Centro (-1,1%) e nelle Isole (-1,8%). Gli aumenti degli infortuni sono stati registrati soprattutto nella Provincia autonoma di Bolzano (+ 5,3%) e in Friuli Venezia Giulia (+4,3%), laddove invece vanno sottolineate le importanti diminuzioni nella Provincia autonoma di Trento (-7,6%) e in Valle d’Aosta (-4,6%).

Come prevenire gli infortuni sul lavoro: gli indici infortunistici

Il monitoraggio dell’andamento degli incidenti sul luogo di lavoro e in itinere è da anni non solo un chiaro indicatore della sicurezza a livello aziendale, ma anche un importante strumento per valutare la dimensione del rischio. Non è un caso se, al centro delle politiche nazionali e della formulazione degli obblighi di sicurezza, vi sono i cosiddetti indici infortunistici statistici, a partire dagli indici infortunistici INAIL, i quali riassumono la frequenza e la gravità degli incidenti sul lavoro.

L’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, per esempio, cura annualmente degli indici infortunistici di settore relativi alla frequenza di inabilità permanente, i quali spaziano dalle cifre importanti di ambiti come le lavorazioni meccanico-agricole fino ai numeri tutto sommato contenuti dei servizi sociali e degli uffici.

Ma non spetta solo agli enti nazionali compilare gli indici infortunistici. Anche le singole imprese sono infatti chiamate a monitorare l’andamento infortunistico aziendale, per ridurre al minimo gli incidenti e le loro conseguenze, prendendo in esame degli indicatori significativi per la sicurezza del lavoro.

Oltre a considerare gli indicatori statistici sugli infortuni, l’azienda deve registrare e analizzare le tempistiche e i costi che ogni incidente comporta, il numero e il tipo di emergenze affrontate, le verifiche periodiche di conformità, il monitoraggio degli inquinanti, i controlli delle macchine, la frequenza dei guasti e via dicendo.

Tutto questo, oggi, è possibile grazie all’impiego di apposite soluzioni software, in grado di determinare ed estrapolare i più utili indicatori relativi alla situazione infortunistica aziendale – da raffrontare con i dati nazionali – così da mettere in atto le migliori strategie di prevenzione.


 

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